Willino Blog

Sono un ingegnere informatico, appassionato di fotografia, chitarra acustica, micologia e Tennis Tavolo. In questo blog cercherò di raccontare eventi ed esperienze che in qualche modo potrebbero risultare utili a tutti.

mercoledì 5 marzo 2014

La grande Bellezza - Recensione

Un grande poeta una volta scrisse : "i veri poeti sono quelli che si fanno capire da tutti; se una poesia deve essere spiegata, il poeta ha fallito".
Sacrosante parole ("La vità è bella" docet).

Potrei dire la stessa cosa in molti altri casi del cinema, quando, ad esempio, vidi "Castaway on the moon", oppure "Ferro 3", due immensi capolavori coreani che sono riuscito a condividere solo con mia moglie, in quanto tutti coloro ai quali ho fatto vedre il film mi hanno detto che erano "strani e noiosi"...pazienza.

Ma questo film non è difficile, le capitali degli Stati sono difficli, non questo film.
Io personalmente con "La grande Bellezza" ho visto un film che mi ha dato l'impressione di essere costruito a tavolino per piacere agli americani, rappresentando il degrado sociale con una caricatura che ricorda il metodo americano, inserendo però qualcosa che loro non hanno : la bellezza di Roma, mostrata durante tutto il film centellinando le riprese monumentali durante alcune tra le più tristi passeggiate di sempre.

I personaggi di per sè sono ben rappresentati, talmente bene che nessuno dei personaggi stessi ha qualcosa da dire, talmente bene che risultano eccessivamente noiosi, talmente vuoti che nemmeno si ha la forza di scrivere un libro, semplicemente perchè la vita stessa dei personaggi è vuota, una vita da falliti.
L'unico messaggio che trasmette è questo : "nessuna speranza di riscatto", ma non è originale, anzi...

La sceneggiatura non è articolata in bei dialoghi (se non due monologhi : il primo e l'ultimo) o intrecciata in grovigli interpersonali, è semplicemente piatta. Questo è uno dei punti più dolenti, il film ha una grande ambizione che ricade però in una mediocre sceneggiartura, volatile come i personaggi.

Le riprese cercano sempre di stanare, con primi piani, il brutto della quotidianità e il pericolo dell'ambiguità della bellezza, ma non ci riescono anzi si rivoltano contro esse stesse rendendo il film una unica fotografia di una unica idea.

L'antagonista umano del degrato sociale (Suor Maria) è altamente improbabile come personaggio e trovo perfino offensivo l'accostamento a Madre Teresa che mai si sarebbe trovata in una cena tanto infima, rimane comunque interessante il coinvolgimento di alcuni membri ecclesiastici a questo stile di vita.

Quando ho sperato in una grande svolta sentimentale, ovvero quando c'era l'opportunità di leggere qualche pagina del diario segreto di una ragazza che probabilmente aveva condotto un'altra vita...ecco che invece...puf niente diario, niente svolta.

Per me, infine, il film non è brutto, sicuramente non è bello e di certo quest'anno ho visto di meglio al cinema che meritasse l'Oscar come miglior film straniero, uno fra tutti "La migliore offerta" per quelli italiani.

L'intellettualismo ricercato di Sorrentino è ben lontano dai grandi del cinema italiano (il grande Fellini) [cit.]

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